Dalla qualità del prodotto alla qualità della strategia

da | Set, 2021

In tempi più recenti, la crescente competizione internazionale associata al dinamismo e all’instabilità dei contesti economici ha reso evidente quanto la strada per il successo si sia fatta più tortuosa.

…per dare continuità al percorso di successo

Imprese e successo: una relazione in continua evoluzione

Da sempre le imprese sono coinvolte nella sfida affascinante della ricerca del successo, si interrogano con l’obiettivo di comprendere cosa fare per migliorare i propri risultati, all’affannosa ricerca di una risposta su come comportarsi nelle situazioni difficili.

In tutti i periodi storici, ad emergere sono quei soggetti che meglio di altri riescono ad interpretare il contesto competitivo da fronteggiare e a costruire sintesi efficaci che rappresentano l’essenza di una “beautiful stategy”, ovvero di una strategia di successo.

Dal secondo dopoguerra alla fine degli anni ‘80

Per lunghi tratti del secolo scorso le imprese italiane hanno vinto questa sfida dando centralità alla qualità del prodotto. È il periodo del boom economico del secondo dopoguerra quando una generazione di imprenditori è stata capace di coniugare le robuste competenze tecnico-produttive acquisite sul campo, con la capacità di rischiare e di “intraprendere”, contribuendo in questo modo allo sviluppo economico del nostro paese e a scrivere la bellissima favola del “calabrone che vola”. In un contesto strutturale, cioè, poco favorevole allo svolgimento dell’attività di impresa, sono nate una grande quantità di realtà eccellenti che hanno portato nel mondo prodotti ricchi di qualità e design, contribuendo a far nascere e affermare il fascino del “Made in Italy”.

Sono questi gli anni della ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale, che si estendono fino alla fine degli anni ’80. Un periodo costellato sì di grandi successi, ma caratterizzato anche da elementi che con il senno di poi si sono rivelati condizioni favorevoli per tante imprese. L’Italia è uno dei pochi paesi manifatturieri in grado di realizzare prodotti di buona qualità e non ha molti rivali a livello internazionale; i consumatori hanno un reale bisogno di molti prodotti, per vestirsi, per arredare la casa, per comunicare, per muoversi più velocemente; i mercati internazionali sono in fase di sviluppo e trascinano le vendite di molti settori; i cicli di cambiamento, tanto quelli tecnologici quanto quelli relativi ai modelli di consumo, sono lunghi e mettono meno pressione alle imprese. In estrema sintesi, in un periodo storico in cui i prodotti sono necessari, per tutti quei soggetti che hanno avuto l’intuizione di lanciarsi nell’arena competitiva, è la “qualità del prodotto” a fare la differenza: fare buoni prodotti, con un design accattivante, e renderli disponibili sui mercati internazionali è stato spesso sufficiente per raggiungere il successo.

Dalla fine del secolo scorso ai nostri giorni

A partire dagli anni ’90 e fino ai nostri giorni tanto è cambiato e le competenze tecniche, da sole, non sono più sufficienti a garantire performance robuste e durature nel tempo. Negli anni è decisamente migliorato il livello produttivo di molti paesi e la concorrenza internazionale si è fatta più agguerrita; di molti prodotti i consumatori non hanno un bisogno reale e devono trovare motivi validi per l’acquisto; molti mercati sono maturi e non più in grado di trascinare i consumi; i cambiamenti sono sempre più rapidi e costringono le aziende a guardare continuamente verso il futuro. Se a questo si aggiunge che la dimensione internazionale è un elemento caratterizzante di quasi tutti i settori, con le implicazioni che ne derivano in termini di complessità di gestione e ammontare degli investimenti, è facile convincersi che la strada per il successo si sia fatta decisamente più tortuosa.

Per vincere la sfida negli anni recenti occorre fare la differenza rispetto ai propri concorrenti e la differenza la si fa presidiando uno spettro di competenze più ampio rispetto al passato. Si tratta naturalmente di continuare a garantire una elevata qualità del prodotto, ma di aggiungere a questo la capacità di dialogare con i clienti e interpretare i loro bisogni, di utilizzare le nuove tecnologie della comunicazione e i dati disponibili in rete, di sviluppare e gestire brand sui mercati internazionali, di aggregare al progetto di sviluppo i giovani talenti, di pianificare le attività future e monitorare costantemente i risultati, di mettere in pista e finanziare progetti più complessi. In estrema sintesi, in un periodo in cui le determinanti del successo appaiono più numerose, diventa decisiva la “qualità della strategia”: interpretare efficacemente i contesti competitivi e costruire validi modelli di interazione con l’ambiente esterno è fondamentale per ambire al successo.

Il nuovo millennio e le grandi crisi

Il nuovo millennio, prima con la crisi finanziaria del 2008 e poi con l’esperienza della pandemia del 2020, ci pone di fronte, in tutta la sua drammaticità, all’instabilità dei mercati internazionali e ci fa riflettere su quanto i risultati delle imprese dipendano da elementi apparentemente distanti e non direttamente controllabili. La profonda interconnessione creatasi nel tempo tra i diversi mercati fa sì che un virus diffusosi in una città della Cina metta prima in ginocchio l’economia locale, con le immaginabili ripercussioni sulle importazioni e sulle esportazioni delle imprese di gran parte del mondo, e poi viaggi velocemente in aereo, contagi le persone, costringa alla chiusura delle imprese, metta in difficoltà le economie degli altri paesi.

Di fronte a scenari così mutevoli e a cambiamenti tanto improvvisi, l’equilibrio economico delle singole imprese rischia di essere messo in discussione. Si rende di conseguenza evidente quanto sia necessario essere capaci di reagire prontamente ad eventi difficilmente prevedibili e avere le risorse per poter sopportare qualche momento di difficoltà generale. In altre parole, in un contesto potenzialmente instabile non è sufficiente concentrarsi esclusivamente sui contenuti della strategia, ma occorre sviluppare “capacità di reazione” e farsi trovare pronti: studiare in anticipo gli scenari futuri, immaginare le possibili risposte, reagire a quanto accade e modificare rapidamente la propria strategia aumentano notevolmente le possibilità di successo. Parimenti, patrimonializzare le aziende e renderle sufficientemente solide può consentire di superare qualche imprevisto con maggiore tranquillità, o di approfittare di opportunità favorevoli che dovessero presentarsi in tempi difficili.

Per lunghi tratti del secolo scorso, è stata la “qualità del prodotto” a fare la differenza: fare buoni prodotti, con un design accattivante, e renderli disponibili sui mercati internazionali è stato spesso sufficiente per raggiungere il successo.

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